CIA Lazio: agricoltori in ginocchio e non è solo colpa dell’Europa

Politica agricola – “l’acqua è poca e ‘a papera nun galleggia”

Fingere di non sapere quali sono i veri motivi per cui tanti agricoltori italiani (non solo quelli dei trattori) sono al collasso, sciorinando frasi a ciclostile su questioni posticce come nutriscore, dieta mediterranea, sovranità alimentare e da ultimo carne coltivata è stato ed è, quanto meno imprudente e poco realistico, e alla fine dei giochi, i nodi vengono al pettine. Così il Presidente Cia Lazio Perfili che aggiunge: “altrettanto poco veritiero (ai limiti dell’ipocrisia) e semplicistico addossare tutte le colpe all’Europa; anche se la deroga all’obbligo di mantenere il 4% di terreni incolti, ma limitata al 2024 e condizionata a ulteriori impegni ambientali va considerata per quello che è: un contentino piuttosto debole”.

L’UE è un mostro burocratico ma le decisioni, è bene ricordare, anche quelle relative al green deal e alla nuova Pac sono state condivise e prese, circa due anni fa, dai governi nazionali, dall’Europarlamento e da una concertazione con tutte le forze sociali, soprattutto quelle agricole.

Tra il 2003 e il 2023, la Pac e il valore degli aiuti diretti al settore, approvati dai governi nazionali dei paesi dell’UE, è diminuito del 37% (media UE). Tali aiuti in mancanza di una adeguata remunerazione da parte del mercato, rappresentano ormai oltre la metà, ovviamente insufficiente, del reddito medio degli agricoltori europei. Il nocciolo sta tutto qua: sono disposti i governi nazionali ad allargare la borsa e ad aumentare il budget agricolo (già una bella fetta del totale comunitario) per sostenere gli impatti delle crisi internazionali e della transizione verde? Oppure seve un cambiamento radicale nella redistribuzione degli aiuti visto che ancora oggi l’80% dei fondi va al 20% dei beneficiari?

Il 26 ottobre scorso, come Cia Lazio, insieme a migliaia di agricoltori di altre regioni, ben consapevoli della situazione drammatica e dell’importanza urgente di dare voce al comparto, siamo scesi in piazza a Roma, con una mobilitazione nazionale, sotto lo slogan “Prezzi alle stelle, agricoltori più poveri. Non siamo il problema, ma la soluzione”, per rivendicare la centralità dell’impresa agricola nell’economia nazionale ed europea e il suo valore per i territori e le comunità. Non ci siamo limitati alla protesta ma ci siamo impegnati a portare attivamente nel confronto, nel dibattito e nel dialogo con le istituzioni regionali, nazionali ed europee alcune proposte:

 VALORE LUNGO LA FILIERA – Una legge quadro per il riconoscimento del valore delle produzioni delle imprese agricole lungo la filiera.

 CENTRALITÀ AREE INTERNE E AGRICOLTURA FAMILIARE – Norme che valorizzino il ruolo dell’agricoltura familiare nelle aree interne del Paese. È necessario uno snellimento burocratico e il riconoscimento economico per chi, da sempre, agisce come custode del territorio.

 CONSUMO DI SUOLO ZERO – No a nuove cementificazioni o a pannelli solari a terra.

 RISORSA ACQUA – Subito un Piano strategico nazionale per la costruzione di grandi invasi a usi plurimi, che, insieme a soluzioni aziendali.

 EMERGENZA FAUNA SELVATICA – Raccordo di tutte le leggi regionali per rendere operativa ed applicabile la legge nazionale.

REVISIONE DELLA PAC – Questa Pac è da rivedere, troppa burocrazia e complicazioni degli eco-schemi che colpevolizzano l’agricoltura e gli sottraggono importanti risorse. Occorre intervenire efficacemente per una Pac incentivante, capace di orientare le risorse verso la tutela del reddito delle imprese.

 CRISI CLIMATICA: Ricerca e innovazione. Le Tecnologie di evoluzione assistita (Tea) siano una priorità, per colture resistenti ai patogeni e resilienti ai cambiamenti climatici.

 FITOFARMACI – Non possiamo rinunciare, per imposizioni normative comunitarie, a principi attivi senza la disponibilità di valide alternative.

 MERCATI – Serve una maggiore attenzione alla politica commerciale europea, in particolare sul Mediterraneo, garantendo la reciprocità delle regole negli scambi. “Lo diciamo e ribadiamo da tempo che non si può far finta che l’agricoltura italiana stia bene e che non ci siano problemi” conclude il presidente Perfili, in questo contesto tumultuoso, pur condividendo molte delle ragioni della protesta estesa in tutta Europa ci appelliamo ai valori democratici della concertazione e del confronto, nelle sedi opportune, tra organismi e istituzioni e interlocutori economici nazionali. E così continueremo a fare e agire perseguendo obiettivi concreti e non ideologici con quello spirito europeo di unitarietà che fa parte del nostro Dna.

Info e News

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
Info Tesseramento 2024